STEFANO ICARDI - Nato a Rocchetta Tanaro il 19.09.1924
– deceduto il 19.05.2010
Dopo aver frequentato le scuole elementari a Rocchetta Tanaro, consegue la licenza ginnasiale presso il Seminario Vescovile di Asti e successivamente, sempre in Asti, il Diploma magistrale.
Per poter proseguire gli studi svolge attività presso una tipografia e vari uffici di Asti.
Chiamato a prestare servizio militare nel Regio Esercito, ultimo scaglione richiamato, viene arruolato nella Guardia di Frontiera ed inviato in Valle d’Aosta, con equipaggiamenti ed armi riesumati tra i fondi di magazzino della guerra di Etiopia, sottoposto ad esasperata , formalistica istruzione militare impartita da ufficiali già reduci da veri fronti, già stanchi della guerra: fu la prima delusione: dov’era l’Esercito cui guardava con fierezza giovanile?
L’8 settembre si trova al Forte di Exilles, con altre 350 giovani reclute esterrefatte dalla voce del Maresciallo Badoglio che proclama l’armistizio. Disorientato, privo di qualsiasi guida militare fu aiutato dall’umana solidarietà delle popolazioni valligiane che gli diedero abiti borghesi e da lì cominciò la sua avventura in clandestinità.
Nella primavera del 1944 ecco apparire nella zona della Valle Tanaro e Val Tiglione le prime formazioni partigiane: ecco la prima assemblea clandestina alla “Canà” nei boschi dove adesso c’è il Parco di Rocchetta Tanaro: erano tanti giovani sbandati cui “Gatto “ e “Nestore” e “Ulisse”, parlarono di lotta armata, di resistenza, di sabotaggio, di democrazia, di libertà, di giustizia sociale, di tedeschi oppressori, di repubblicani violenti, di formazioni partigiane nel segno di Garibaldi. Un linguaggio nuovo, idee nuove, orizzonti vasti.
In quel momento si interessò, ma non si impegnò a scendere in campo “perché la guerra è dolore, è triste, è penosa”.
Ma ad agosto 1944 una colonna di Tedeschi e di soldati delle Brigate Nere mettono in atto un rastrellamento feroce e lungo la strada di Sant’Emiliano cadono in combattimento due partigiani: Vignale Giovanni e Sardi Luigi; la scelta definitiva è stata consacrata dal sacrificio di questi due amici. Quasi istintivamente accorre, si trova in postazione, impugna un’arma e con i suoi compagni cerca inutilmente di arrestare una colonna nazifascista che punta sul paese. Inizia così la sua “guerra partigiana” con le mostrine di Garibaldi, portando al collo il fazzoletto tricolore, con il nome di “Niso”.
Al termine della guerra, vinto il concorso, inizia la carriera di insegnante, assegnato alla scuola di Montabone e successivamente a Rocchetta , ove insegna a generazioni di ragazzi, promuovendo altresì iniziative quali il Corso di Lettura Serale, i doposcuola, la refezione scolastica intese ad elevare il grado di cultura e di benessere.
Si avvicina alla vita amministrativa quale Consigliere e alle consultazioni elettorali del 1964 viene eletto Sindaco, carica che mantiene fino al 1995 per oltre trent’anni.
Nei mandati da Sindaco, oltre curare con particolare sensibilità ogni aspetto e problematica, è stato promotore di iniziative pionieristiche per l’epoca, basta ricordare la creazione del “Parco Naturale di Rocchetta Tanaro”, primo esempio nella Regione di quel “sistema parchi” che tanto sviluppo ha avuto negli anni successivi.
Ha rivolto l’attenzione in ogni campo, con al realizzazione di impianti sportivi, della Scuola Media, del recupero della Fattoria Marchesi Incisa, della nuova Casa di Riposo.
La sua attività è stata caratterizzata da pluralità di iniziative poliedriche che hanno contribuito grandemente a far conoscere Rocchetta in campo nazionale ed internazionale quale “polo d’eccellenza” per ospitalità e promozione turistico-culturale.
Ritiratosi dall’amministrazione attiva ha continuato a seguire con interesse e passione le vicende del paese che amava profondamente, dedicandosi a ricerche storiche ed offrendo preziosi suggerimenti, consigli e contributi alle varie associazioni locali che lo hanno visto in molti casi socio fondatore e Presidente.
Sempre legato al mondo della scuola, ha risposto con entusiasmo e passione ad ogni iniziativa cui veniva coinvolto, offrendo la sua ampia conoscenza della storia locale e delle tradizioni e promuovendo il perpetuarsi dei valori della democrazia istituendo la “Borsa di Studio Ten. Bigatti” Martire di Cefalonia.
Ha curato, con Agnese Ziliotto e Battista Sardi, la stesura di un’opera che raccoglie proverbi e parole rocchettesi.
E’ stato autore di pluralità di articoli pubblicati su riviste culturali quali il Platano e il Bollettino dell’Istituto Storico della Resistenza e Storia Contemporanea..
Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, è stato decorato con croce di Guerra e Medaglia dei Benemeriti dell’Istruzione e Cultura.
12 novembre 2011